Luisa Renzi Donati
LA CHIESA DEL CARMINE
“Grazie a quanti nei secoli si sono presi cura di questo luogo santo, e uno stimolo per i posteri perché continuino ad amarlo”.
Con queste parole Luisa Renzi Donati termina l’Introduzione di un libro, a mio parere, preziosissimo, in cui ella dimostra ai suoi lettori tutto l’amore, il rispetto e l’esuberanza verso un luogo che le è stato particolarmente caro, e del quale descrive con estrema minuzia ogni particolare: testimonianze, storia, immagini, e coloro che l’anno abitato.
Nel libro si parla della Chiesa del Carmine, una piccola chiesa posta a Faenza, in via Bondiolo, al confine con la via Ceonia, dove Luisa si è sposata qualche lustro fa.
Io sono nato in via Bondiolo e vi ho vissuto, al numero 18, fino ai 18 anni. Ho frequentato assiduamente il Convento di Santa Umiltà all’asilo, come chierichetto (indimenticabili le prediche di Don Rocco), nei primi due anni delle elementari e, oserei dire, per tutta la vita, grazie al magnifico rapporto che ho avuto con Suor Nazarena Francesconi, la mia prima insegnante di musica e grande consigliera nella mia vita, e con molte sue consorelle.
Chissà quante volte ho visto quella chiesa, vi sono entrato, vi ho pregato, ma, probabilmente per superficialità, non mi sono mai soffermato ad osservare quanti altari ha, quante statue, quanti dipinti, quante scritte, lasciate nell’arco di centinaia di anni…
Cosa che, invece, ha fatto Luisa che, con una straordinaria competenza, oserei dire unica, ha guardato a fondo ogni più piccolo particolare di questo edificio, esaminandone la storia, i protagonisti, le leggende, la struttura, le componenti artistiche, la vita della città che la circondava e tutt’ora la circonda, e lo ha fatto realizzando un volume in cui spiccano una sterminata bibliografia, una innumerevole serie di note a piè di pagina e un preziosissimo indice dei nomi, con il quale si può ritrovare qualunque personaggio di questa storia, che inizia nel tardo Medioevo e termina ai giorni nostri.
O forse, non terminerà proprio, in quanto, tutt’ora, le Vallombrosiane di Santa Umiltà continuano a curarsi della vita di questa Chiesa e delle Istituzioni che la circondano.
Nel libro potrete ritrovare una descrizione minuziosa di tutte le 116 immagini che ne fanno parte, osservate con l’occhio di una vera esperta d’arte, avvalorate da note a piè di pagina che, costantemente, seguono il volume, rendendolo immediatamente fruibile: scelta intelligente, per non costringere il suo fruitore a recarsi, come in certi volumi, in fondo al testo per vedere le fonti da cui provengono le affermazioni in esso contenute.
Per non parlare, poi, della bibliografia che Luisa ha consultato: ben 19 pagine, che, credo proprio, bastino per dire che nulla è stato lasciato al caso.
Un linguaggio chiaro e ben strutturato porta il lettore a immergersi nei suoi contenuti in modo semplice e scorrevole.
Pier Giacomo Zauli
Edito da Tipografia Faentina Editrice