La Compagnia del Cancello interpreta “The Circus”
Avevo già visto una volta, poco più di un mese fa, “The Circus” interpretato dalla Compagnia del Cancello, nella loro sede, il teatro di san Giuseppe. Mi avevano assai favorevolmente impressionato i costumi, le voci, le coreografie e, in particolare, lo sfondo scenico, realizzato con un sistema che non avevo ancora visto dal vivo, ma che mi aveva letteralmente incantato.
Non avevo idea di come si potesse portare questo spettacolo in un ambiente che non fosse un teatro.
Incuriosito della cosa, sono andato a vedere e… beh, cercherò di esprimervi ciò che ho provato.
Faenza, 1 agosto 2024, ore 21, a Laguna Indiana
Non sapevo dove si trovava Laguna Indiana e, osservando le foto presenti su Internet, mi ero immaginato di sedere in un ambiente raffinato, in fondo a una piscina, oppure con lo sfondo di un antico palazzo. Impressionato della cosa, per uscire di casa mi ero messo i calzoni lunghi e una camicia decente.
Invece… no. Il musical che stavo per vedere veniva messo in scana in un semplice, grande prato, trasformato in arena aperta, nel quale erano disposte alcune centinaia di comode poltroncine dove il pubblico poteva accomodarsi.
Comodamente seduto in prima fila, poco prima dello spettacolo, ho un po’ curiosato sulle strutture approntate, sull’audio e su quello strano, grande strumento scenico, che corrisponde al nome di “ledwall”, una roba moderna che dà dei risultati davvero fantastici.
In pochi minuti tutta la gente si è seduta ed è venuta a crearsi una bella atmosfera rilassata, circondata da un’aria mite che ha favorito la concentrazione e il rilassamento necessari.
Alle nove e pochi minuti, puntuali, lo spettacolo è iniziato.
Un’apertura grandiosa, d’effetto, un ballo di gruppo ritmato ha dato il La a questo musical, facendo intendere subito le sue intenzioni, sottolineate dalle immediate scenografie realizzate con il ledwall, un sistema davvero affascinante, con il quale si possono realizzare tutte le scenografie possibili, limitando le parti reali a pochi, essenziali oggetti.
E così è stato.
Dopo l’ouverture coreografica è iniziata la scena, che non ha mai lasciato nulla al caso: dalla recitazione, ottima, di tutti i componenti, alle voci cantate, alle coreografie lussureggianti, ai costumi accuratissimi, ai trucchi raffinati, a un server audio che si è sempre mostrato all’altezza della situazione e che ha saputo ben sfruttare le possibilità offerte dall’ambiente all’aperto in cui si trovava.
Repentini, quasi invisibili, i cambi scena, fatti a sipario aperto, dato che il sipario non c’era, perfettamente fusi con gli sfondi continuamente in movimento, con prospettive che movimentavano le azioni in modo coordinato e sempre coerente.
Bravissimi gli attori, che mi hanno impressionato, oltre che per le interpretazioni vocali e testuali, per la grande padronanza scenica, che deve essere stata davvero studiata nei minimi particolari, dato che mai, durante il musical, si è notato uno scompenso, un vuoto scenico, una fissità dei personaggi.
Attori che rispondono ai nomi di Matteo Mazzoni, Matteo Calbucci e Paola Piazza, interpreti fantastici dei ruoli principali, Jenny Lind, in quello della cantante lirica (che ha sfoderato una voce stupenda con una padronanza tecnica ed espressiva davvero rare), tutto il cast degli interpreti scenici, il gruppo dei Freaks, per un totale di circa quaranta interpreti diretti da Alessandro Leoni, Deianira Palli, Linda Alteri e Matteo Mazzoni, che, oltre a curare la regia, hanno anche indossato i panni degli attori.
Non mi è possibile dire qualcosa su tutti, in quanto non mi basterebbero 200 pagine.
Dico solo che raramente ho visto uno spettacolo in cui, sempre, sono trasparsi l’affiatamento, la caparbietà e la volontà di creare qualcosa di tanto complesso e tanto attraente.
Complimenti, ragazzi e, mi raccomando, ripetete questa cosa!
Merita di essere rivista più che si può!!!!!
Per avere un quadro d’insieme di questo spettacolo, allego nel link l’intero articolo corredato da una parte della locandina con tutti gli interpreti.