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Sale di pietra di Federica Baroncini

 Faenza, 18 giugno 2024

 

Cosa può non piacere in un libro?

L’eccessiva lunghezza. Ma non sempre è vero. Personalmente mi sono letto due volte “il nome della Rosa” e almeno cinque volte, dopo la scuola, “I Promessi sposi” (direte che sono matto…).

La scrittura, piena di termini un po’ troppo desueti (ma anche questo non sempre è vero). Pensate ai vari neologismi che utilizza Buzzati: sono stupendi!

Il ricercare troppi particolari nella descrizione di una o più scene, di personaggi, di ambienti (ma anche questa cosa può essere messa in dubbio).

Lo stile un po’ troppo personale (non è detto, a volte lo stile serve per riconoscere un autore, ad esempio Gozzano, D’annunzio, il primo Corona, quello del “Volo della Martora”, o Italo Calvino…).

 

Vi chiederete perché dico queste cose.

 

Perché nel libro che ho appena letto ho ritrovato tutto quello che ho descritto sopra in un solo volume, ma tutti questi “difetti” sono stati accostati in modo tale da rendere la lettura del libro assolutamente avvincente, tanto che, poco tempo che passi, rileggerò questo libro con ancor più piacevolezza della prima volta che l’ho letto.

 

Come è successo?

 

Una settimana fa ho letto per caso che Federica Baroncini aveva pubblicato, nel 2022, un libro dal titolo “Sale di pietra”, del quale non sapevo neppure che esistesse.

E non sapevo nemmeno che questa signora avesse mai scritto libri.

Sono andato in libreria e l’ho subito acquistato, pensando di leggerlo non appena avessi avuto un po’ di tempo.

Non sapevo assolutamente di che cosa trattasse.

L’altra sera ero libero da impegni e ho cominciato a dare una scorsa alle prime pagine.

Non sopporto i libri che si soffermano sui particolari e questo, nel primo paragrafo, lo fa, ma il “difetto”, ben presto, si è trasformato in un grosso pregio, in quanto finalizzato a caratterizzare subito il personaggio principale, Mafalda, protagonista della quale non parlo per non “spoilerare” questo racconto.

Il libro è ambientato a Faenza e dintorni, nel periodo della seconda guerra mondiale.

Narra la vita di una famiglia e delle sue vicissitudini tra attese, fronti, l’essere sfollati, i bombardamenti, i lutti, e poi la pace, la ripresa, la speranza in una nuova vita…

Una nuova vita che, però, non è per tutti, in quanto per una persona, impazzita dall’esplosione di una bomba che le ha devastato la psiche, rimane solo un andirivieni di albe e tramonti, apparentemente senza senso, che potrebbe durare fino alla morte.

Precisa la scrittura, dove sono sempre centellinati i termini, assolutamente appropriati, forse non sempre utilizzati nel linguaggio comune, ma che consentono una costante precisazione degli elementi.

I molti particolari nella stesura del testo sono assolutamente importanti, oserei dire indispensabili per comprenderne a fondo i contenuti.

Stupenda la descrizione che l’Autrice fa delle stanze di palazzo Milzetti, finalizzata proprio alla descrizione del contesto di cui si parla e ai sentimenti che suscita, frutto in particolare di una competenza della scrittrice in campo artistico con la C maiuscola!

Lo stile personalissimo e piacevolissimo rende questo libro un indizio prezioso. Se Federica dovesse scrivere un altro libro, sono sicuro che ne riconoscerei l’autrice unicamente da come l’ha scritto!

Sono rimasto davvero stupefatto da questo volume, che considero tra i più bei libri che abbia mai letto!

 

Pier Giacomo Zauli

 

Sale di pietra, Pendragon, 2022


Categoria: Letture consigliate Data di creazione: 18/05/2024
Sottocategoria: Sale di pietra di Federica Baroncini Ultima modifica: 19/05/2024 09:05:04
Permalink: Sale di pietra di Federica Baroncini Tag: Sale di pietra di Federica Baroncini
Inserita da: Pier Giacomo Zauli Pagina vista 370 volte
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