IL MONDO AL OIRARTNOC
Sui giornali e sui mass media è stato scritto molto su “Il mondo al contrario”, anzi, su: “Il mondo al oirartnoc”, citando spesso frasi, piccoli frammenti o alcune parole del libro, ma credo che pochi, che lo hanno criticato e messo alla berlina, si siano peritati di leggerlo.
Assistendo a una trasmissione sul volume, mi pare di Mediaset, alcuni degli intervistatori dicevano di non aver letto il libro, se non a frammenti. Incredibile! Come facevano, allora, a intervistarlo?
La cosa mi ha turbato e, come sono solito fare, mi ha incuriosito a tal punto da costringermi ad acquistare il libro, su Amazon.
Ho letto il volume per intero, fino all'ultima parola e, debbo dire, in molte cose mi sono trovato concorde con ciò che scrive.
Perché chissà quante volte ho pensato alle stesse cose, quante volte mi sono arrabbiato per come alcune cose non sono state affrontate, a discapito di cittadini onesti.
Qua è la differenza tra me e Vannacci?
Semplice: che io, in queste cose, sono stato un pigro, e mi spiego.
Mi sono limitato a pensare, ad arrabbiarmi, a constatare superficialmente le cose e non mi sono espresso con altri, al di fuori dei miei familiari o degli amici.
Non mi sono peritato di andare a vedere, di approfondire gli argomenti, di linkarmi con siti ufficiali o meno, di crearmi un database nel quale poter rivedere ciò che mi consentiva di asserire oggettivamente con documentazione alle mie convinzioni.
Bene, Vannacci ha fatto tutto questo.
Probabilmente anche lui è partito da constatazioni personali, ma poi ha cercato in tutti i modi di avallarle, di prenderne coscienza e di farne prendere coscienza a chi leggeva i suoi scritti.
E ne è uscito un libro, dal mio parere, entusiasmante, scritto con un linguaggio semplice e capibile e con una proprietà di linguaggio molto vivace, espressiva.
Suddiviso in capitoli, il libro può essere letto e riletto a settori, e tutto ciò ne rende la lettura e la consultazione assai facile.
Certo, non è detto che tutto ciò che scrive Vannacci sia condivisibile, anche da parte mia, ma, secondo me, vale la pena di leggerlo.
Pier Giacomo Zauli
|