TESTA ALTA, E AVANTI
Gaia Tortora, figlia di Enzo, giornalista, scrive un libro sulla storia di suo Padre e della sua famiglia e, al contempo, contro gli sbagli ingiustificati dei tribunali. Lo fa raccontando non solo la vita di suo padre ma estende la sua critica e il suo pensiero verso tutti quelli che, giudicati ingiustamente, poi magari riabilitati anche dopo vent’anni, non sono riusciti ad esprimersi, a comunicare come ha fatto Enzo Tortora, che comunque ha subito gogne mediatiche incredibili, che forse l’hanno portato a una morte prematura e, comunque, a potersi difendere, cosa che, per esempio, non è accaduta a Giuseppe Gulotta, diciottenne che nel 1976 fu condannato all’ergastolo per l’uccisione di due carabinieri, ma che fu riabilitato e assolto solo nel 2012, dopo anni di carcere, grazie solo alla confessione di un appuntato che aveva assistito alle torture comminate a questo ragazzo per fargli ammettere l’omicidio.
Una denuncia in particolare anche alla stampa e ai suoi metodi, che, mentre mettono in grande risalto un indagato, come hanno fatto per Enzo Tortora, non lo fanno altrettanto quando quest’ultimo è stato scagionato, dichiarato innocente.
Consiglio a tutti la lettura di questo volume, scritto da Gaia Tortora. Ne vale veramente la pena.
Gaia Tortora: “Testa alta, e avanti” Strade blu Mondadori
P.S.: allego a questa mia breve recensione un articolo apparso proprio stamattina su "Il Carlino", a pag. 24, che prende in considerazione una situazione analoga a quella di Enzo Tortora, capitata a Elio Luttazzi, insieme a Walter Chiari.