Faenza, 17 gennaio 2021
Sul Carlino di oggi, a pagina 3 della cronaca di Ravenna, leggo una notizia, firmata da Francesco Zappiroli, che, date le premesse, non mi aspettavo proprio.
Oltre 4000 studenti, in 24 ore, si schierano a favore della DAD e contro la riapertura delle scuole superiori, almeno fino a fine mese.
Da questi studenti emerge il ragionamento che (copio a stralci dall’articolo) “in una situazione di emergenza sanitaria mondiale non pare opportuno mettere la didattica in presenza davanti alla salute. Infatti, con il rientro a scuola sarebbe a rischio la tutela di molte categorie, a partire dagli studenti, professori e collaboratori scolastici, arrivando a coinvolgere anche le famiglie”.
L’articolo prosegue con varie motivazioni direi estremamente logiche, tra cui il distanziamento impossibile, il problema dei trasporti e il dilagare della pandemia.
Questi studenti si pongono a favore della DAD, alternativa più che valida finché non si presenteranno condizioni di reale sicurezza.
L’articolo, poi, si sofferma sul saggio pensiero di una studentessa, rappresentante della classe quinta D del Liceo Alighieri di Ravenna. Asserisce che “la DAD non è così penalizzante come vogliono spacciarla. Si tratta di un insegnamento diverso, che non potrà andare avanti per anni… per un altro mese l’insegnamento a distanza non è un castigo, ma una soluzione.”
Da vecchio insegnante, anche se auspico al più presto un insegnamento diretto, rendendomi conto della situazione, penso che la soluzione proposta da questi studenti ravennati sia più che mai saggia, e dimostri una grande maturità.
Pier Giacomo Zauli