Faenza, 14 settembre 2020
Carissimi ragazzi,
devo dire che sono rimasto letteralmente costernato, mentre, per caso, passavo accanto alla Loggia degli Infantini, a Faenza, verso le 13.
Mi sono trovato davanti una marea (centinaia) di alunni, prevalentemente appartenenti alle classi delle scuole superiori, sprovvisti di mascherine e profusi in abbracci, baci, contatti di ogni tipo.
Mi è venuto spontaneo chiedermi una cosa:
quale comportamento avrebbe dovuto tenere tutta questa gente?
Anzi, quale comportamento avrebbe dovuto tenere, dopo che a scuola ha rispettato regole feree: distanziandosi, indossando mascherine, ingessandosi per ore per evitare la diffusione del Covid?
La logica avrebbe detto di osservare prudenza, di andare a casa e, se proprio non se ne poteva fare a meno, di incontrare altri coetanei con le mascherine, a una certa distanza e con un minimo di prudenza.
Ma tutto ciò non è accaduto.
Anzi, è capitato tutto il contrario di tutto ciò.
Forse nessuno, preso dall’euforia, si è reso minimamente conto che basta un infetto da Covid per seminare il virus ad almeno alcune decine di persone circostanti e che queste decine di persone poi possono portarselo a casa, attaccarlo ai familiari, magari a uno o due nonni, e creare dei problemi che, per alcuni mesi, sembravano lontani.
E tutto questo scatenerebbe l’intasamento delle sale di rianimazione, la diffusione incontrollata della malattia, la probabile chiusura di tutto quello che è stato aperto finora, e si potrebbe tornare al lockdown del febbraio scorso, con conseguenze sanitarie, umane, economiche, stavolta davvero disastrose.
E’ già successo.
Un esempio?
La marea di sciatori che, alla fine di febbraio, sapendo della chiusura degli impianti a causa del Covid, fecero di tutto per non rinunciare all’ultima sciata in totale libertà.
E fu una catastrofe!
Ci avete mai pensato?
Beh, è ora che ci pensiate!
Pier Giacomo Zauli