Faenza, 15 febbraio 2017
Un teatro Sarti pieno all’inverosimile di spettatori, un’organizzazione perfetta sotto ogni aspetto e un cast di cantanti e musicisti di primissimo piano hanno fatto da splendida cornice ad un ancor più splendido concerto, tenuto ieri sera dal Coro Lirico Città di Faenza, dal soprano Simge Buyukedes, dal tenore Pietro Picone, magistralmente accompagnati da un piccolo trio composto da Elisa Porcinai, al violino, Marcella Trioschi al violoncello e da una incomparabile Monica Ferrini al pianoforte, artefice, conduttrice, organizzatrice di questa splendida iniziativa, che mostra come, con caparbietà, professionalità e tanto coraggio si possa ancora parlare di lirica, al giorno d’oggi, nonostante gli innumerevoli tentativi di far tramontare questo spettacolo, di relegarlo ad un fatto puramente culturale, allontanandolo da quello che è la sua natura, ossia quella di coinvolgere il pubblico, grazie al suo fascino ed alla sua forza trascinante.
Ma, tornando al concerto di ieri sera, notte di San Valentino, posso dire di essere rimasto entusiasta di una rara serata di lirica, la cui tematica era l’amore, visto attraverso le arie di Mascagni e Puccini. A cominciare da quelle di Cavalleria Rusticana, per passare a romanze tratte da Manon, Madame Butterfly e Turandot.
Brani celeberrimi, eseguiti a regola d’arte da Simge Buyukedes, soprano che ha sfoderato una forza interpretativa davvero fuori dal comune e da Pietro Picone, tenore dotato di un’ottima estensione vocale e di un timbro assai appropriato al genere lirico.
Cantanti portati al successo da un piccolo, ma quotassimo ensemble strumentale, che hanno letteralmente entusiasmato il pubblico, che ha tributato loro, al termine della serata, un’interminabile bordata di applausi e di approvazioni entusiastiche.
Accanto ai solisti, un coro di una cinquantina di elementi che continua a crescere non solo come numero, ma, in particolare, come qualità di suono e forza interpretativa, a dimostrazione che a Faenza, quando c’è l’impegno, la volontà di fare e la caparbietà di continuare non mancano certo le persone disposte a sacrificare tempo e studio nel nome dell’Arte con la a maiuscola.
Pier Giacomo Zauli