IL MACBETH DI PALERMO: UNA PRIMA FANTASTICA!
Palermo, 21 gennaio 2017
Parto da Faenza per Palermo nella mattinata del 20 gennaio, dopo aver visto alcune scene tratte dal Macbeth al quale assisterò all’indomani.
Scene non proprio promettenti, in quanto non rappresentano ciò che mi aspetto da un’opera come il Macbeth di Verdi. Opera, tra l’altro, che non è tra le mie predilette. Tra queste scene, un telone di milleottocento metri quadrati, delle piante di fichi d’India al posto di fronzuti rami di secolari alberi delle foreste di Birnam, frammenti di balletti strani, alcuni letti che sembrano quelli di un ospedale…
Tutto promette una regia moderna, dalla quale, dopo essermo venuto il voltastomaco vedendone decine, non mi aspetto proprio nulla di buono. Mi rassegno comunque: prendo l’aereo insieme a mia moglie, Marina, ed atterro felicemente in quel di Punta Raisi, per portarmi rapidamente sulle soglie del Teatro Massimo.
Ma, fin dalla prima alzata di sipario, sono costretto a ricredermi.
Regia, sì, moderna, ma inaspettatamente fatta con la testa, da una persona che di melodramma credo proprio se ne intenda davvero, in tutti i suoi aspetti.
Una regia che, scusate l’assonanza, proprio non ti aspetti, con una regista, Emma Dante, a capo di una vera e propria scuola di scenografi, costumisti, attori, ballerini, attrezzisti, che ha lasciato attonito il pubblico in ogni istante dell’opera verdiana e che lo ha letteralmente attanagliato alla sedia, senza lasciargli mai un attimo di sosta e portandolo, con estrema probabilità, ad avere la voglia di rivederlo, e non una sola volta.
Interpretazione di un’opera verdiana, comunque, decisamente azzeccata da tutti i punti di vista: Dalla direzione d’orchestra affidata a Gabriele Ferro, ai cantanti, davvero preparatissimi e assolutamente interpretativi, e ad un coro, diretto dal nostro concittadino Piero Monti, la cui perfezione e interpretazione lo hanno portato ad una performance davvero esemplare di tutti gli innumerevoli brani di cui l’opera, in gran parte costituita da scene di massa, è composta.
Una versione del Macbeth che, credo proprio, sarà da ricordare e che sarà bene le generazioni future prendano come splendido, fulgente esempio di come si possano utilizzare nuove strategie sceniche con fantasia, estro, ma, soprattutto, con grande intelligenza, preparazione e cultura.
Un consiglio?
Se vi capita di andare a Palermo, questa settimana, comprate un biglietto per il Macbeth e andate a gustarvelo!
Garantito che non ve ne pentirete!
Pier Giacomo Zauli.
Se volete, potete vedere un'anteprima completa dello spettacolo al seguente link:
http://palermo.repubblica.it/societa/2017/01/21/news/la_diretta_di_macbeth_dal_teatro_massimo_di_palermo-156572187/