Cesena, 3 giugno 2016
Credo di essere una delle persone che, a parte il regista e pochi altri, abbiano visto e rivisto “Amadeus”, il capolavoro di Milos Foreman, più volte al mondo.
Credo di averlo visto, dal 1986 ad oggi, più di cento volte: ne ricordo a memoria oltre il 90 per cento delle battute, so coglierne anche il più piccolo dei particolari, e lo considero un vero capolavoro.
Ma credo anche che i capolavori, se sono tali, non vadano toccati, non vadano manipolati: si rischia di creare delle cover che, se uno ha visto l’originale, possono diventare delle vere brutture, come succede, il più delle volte, per canzoni, o arie da opera celebri riportate sulla scena da cantanti che nulla hanno a che fare con l’originale, che non potranno mai avvicinarsi alla versione originale.
“Amadeus” di Foreman ha stramaledettamente ispirato Jovanotti a scrivere un libro (La parrucca di Mozart) che ne ha malamente scopiazzato più punti; il Mozart che ho visto questa sera ha preso da esso alcuni spunti e li ha miscelati, li ha, per così dire, giustapposti senza considerare il capolavoro dal quale provenivano.
Capolavoro che, tra l’altro, prendeva le mosse da un altro lavoro teatrale: “Amadeus”, di Shaffer (1981), ispirato a sua volta da uno scritto di Puskin, che prese in considerazione, nel 1830, le dicerie su Salieri uccisore di Mozart e anticipato da un goffo Mozart interpretato da Gino Cervi, nel 1940, che vi sconsiglio di vedere…
Il Mozart che ho avuto occasione di vedere, e ascoltare, questa sera, è una versione italiana del musical “Mozart!” di Michael Kunze e Sylvester Levay, scritto nel 1999.
Nel musical si intrecciano brani originali di Mozart miscelati ad altri di musica leggera e rock.
Come dicevo sopra, la trama è assai influenzata da “Amadeus” e non è sempre sapientemente utilizzata, anche se, devo dire, lo spettacolo è stato comunque godibile, di pregio, grazie alla presenza di un buon gruppo vocale, di coreografie curate e di una messinscena e una regia di primordine.
Un musical davvero apprezzabile, interpretato da un buon corpo di ballo, da splendidi costumi, da effetti scenici ricchi di suspance e da voci appropriate ai ruoli loro affidati: dal Leopold Mozart di David Cangini alla moglie di Amadeus, affidata alla voce di Annachiara Ferrini, a Cinzia Roberti, interprete della sorella di Wolfgang, mentre Enrico Rossi, Cinzia Rossi, Federica Benini, Alessandra Borcassa, Alessia Pantanella, Lisa Bartoletti, Stefano Proni ed Aldo Rapetti completavano il “quadro canoro” della vicenda, capitanati da un Marco Gasperini che, nelle vesti del protagonista, mi ha davvero stupito per la padronanza vocale, sempre adeguata ad ogni frase, per la stupefacente estensione e per la splendida voce, utilizzata con grande maestria, grazie anche alle doti musicali, davvero innegabili, che questo musicista ha sia per natura, sia per gli “studi classici” compiuti.
Un Amadeus che, come dicevo sopra, è sempre stato all’altezza della situazione, ed ha scatenato il pubblico in applausi scroscianti e convinte ovazioni.
Le scenografie di Riccardo Canali e Roberta Cocchi, gli splendidi costumi di Cinzia Rossi, le coreografie di Diego Garcea, il corpo di ballo e le parti solo recitate, sapientemente coordinate dalla regia di Lara Giovannini, Elisa Zamagni e Silvia Amadori e il coordinamento musicale di Jonathan Pappalardi hanno fatto il resto, portando questa piece teatrale ad uno strepitoso successo, che ha avuto il suo battesimo nella adeguatissima cornice del Teatro Verdi di Cesena.
Pier Giacomo Zauli