COSA VORREI DA UN CONCORSO CANORO
DALLA ORGANIZZAZIONE:
Un bravo presentatore, che metta sempre a suo agio i
cantanti, che faccia loro domande simpatiche e intelligenti.
Un buon fonico, che non si spazientisca con i cantanti
se fanno un po’ fatica a capire dove debbono stare per evitare Larsen, che
capisca al volo quando una base deve essere potenziata o diminuita di volume…
E devo dire che di personaggi del genere, al giorno
d’oggi, come un tempo, ce ne sono parecchi. E bravi davvero, come, per non fare
nomi, un Ravaioli, un Lambertucci, o un Luca Piazza, o il presentatore, davvero
bravissimo, di Ri…cantare a Riolo.
DA UNA GIURIA DI UN CONCORSO CANORO
Che fosse composta da giudici competenti, che
sapessero valutare le voci dei cantanti in tutti i loro aspetti. Naturalmente
da giudici che non avessero tra i cantanti in gara dei loro alunni.
Che guardassero in particolare, o soltanto, alle voci,
al modo di emettere i suoni, all’estensione, al come il cantante sa maneggiare
il proprio falsetto, se ce l’ha, senza far sentire il passaggio dalla voce piena
a questo registro e viceversa…
Che osservassero l’interpretazione del cantante: ossia
che notassero la personalità del cantante, mai slegata, comunque, dal
significato della canzone, dal suo carattere originario… a meno ché non si
trattasse di una interpretazione davvero fuor dalle righe, appositamente
realizzata per sconquassala, a bella posta… Naturalmente una interpretazione
eccezionale.
COSA NON VORREI CHE ACCADESSE
Quando si porta un alunno ad un concorso, il discente,
insieme al suo insegnante, prepara la canzone scelta per settimane, se non per
mesi, soffermandosi su ogni punto che possa farla realizzare in modo
praticamente perfetto.
La canzone che si porta a un concorso non è il solito
brano da concerto.
In un concerto un alunno può cantare anche tre,
quattro o più canzoni che, nella maggioranza, oltre a mettere in luce le sue
qualità vocali, debbono essere eseguite per piacere al pubblico, non
necessariamente per mettere in mostra tutte le sue abilità. Insomma, non le prepara tutte come la canzone
del concorso. Le sistema bene, in modo decente, apprezzabile, presentabile, e
basta.
Una canzone da concorso, invece, secondo il mio
parere, deve essere un pezzo forte che mette in risalto, in pochi minuti, tutte
le potenzialità del cantante, oltre a rispecchiarne il carattere.
Personalmente, la canzone la faccio sempre, o quasi,
scegliere al cantante, in quanto deve piacere prima a lui, poi vedo se è
adeguata, se è realizzabile, se, insomma, si può fare e solo in questo caso, la
faccio eseguire. Altrimenti, ovviamente,
la cambio!
Ho sentito dire da un giudice di un Concorso che la canzone
che si porta a una gara canora deve essere facile e non impegnare l’interprete
più del dovuto.
Sul “più del dovuto” sono d’accordo. Ovviamente, si
deve sempre rispettare la natura del cantante.
Sul facile, no!
Una canzone deve essere ai limiti, magari non proprio
ai limiti estremi, delle capacità canore dell’interprete: deve metterne in luce
tutte le possibilità, altrimenti un giudice come fa a giudicare?
Poi può succedere che, mentre durante le prove la
canzone viene bene, magari durante la performance pubblica viene peggio, o
addirittura male, ma, a parte l’emozione, c’è da dire che non tutti i giorni
sono uguali. Esistono insomma dei giorni
di grazia e dei giorni di disgrazia! E, comunque, un cantante deve saper fare
anche a controllare la propria emozione.
Poi, non vorrei sentirmi dire da un giudice che ha apprezzato
un cantante perché ha scelto un repertorio adeguato alla sua età!
Al giorno d’oggi non capirei un ragazzo, o ancor di
più una ragazza, che a dieci anni canta una canzone dello Zecchino d’oro, o di
quel genere lì…
I tempi sono cambiati!!!
A dieci anni la gente canta quello che noi, mezzo
secolo fa, cantavamo a sedici!
Comunque, anche se un ventenne cantasse una canzone
dello Zecchino, questo ragazzo andrebbe giudicato solo per la sua voce, e non
per il repertorio!
Io a 8 anni cantavo Nessun Dorma, l'Improvviso dall'Andrea Chenier e Amor ti vieta, due
o tre toni sopra l’originale.
Robe da matti, direte voi… ma io vi posso garantire
che non lo erano, perché mettevano in luce la mia voce, senza pensare al fatto
che fossero brani da matusa! Ed i giudici capivano benissimo…
Ed erano brani difficili, oserei dire, difficilissimi,
che, con un po’ di tecnica insegnatami
prima da Suor Nazarena Francesconi e poi dal Maestro Marocci e favorita da tanta
natura, mi riuscivano benissimo!
Un’altra cosa che non vorrei accadesse, in un concorso
che si rispetti, è che il presidente di giuria abbia sempre il voto che vale
doppio. Questo perché questa cosa può stravolgere la situazione. Specialmente
se la giuria è formata da sole tre o quattro persone.
Ve lo immaginate, per assurdo, se una giuria avesse
votato tutti 10 per un cantante e questo giurato avesse dato, per qualche
motivo, due quattro secchi?
Provate a fare la media, per vedere quale catastrofe
insorgerebbe!
La cosa, ovviamente, accadrebbe al contrario…
Doppio voto che, poi, diventerebbe catastrofico se il
latore del voto non fosse un vero competente di voci… ma su questo argomento
non mi dilungo più del dovuto.
Un voto decisivo, invece, sarebbe necessario da parte
del direttore della giuria in caso di parità tra due concorrenti, e su questo
nessuno avrebbe nulla da dire.
Poi, ma questo dovrebbe essere ovvio, da un concorso
canoro vorrei onestà!
Già, perché di concorsi disonesti è da oltre
cinquent’anni che ne vedo!!!
Concorsi dove la gente passa perché ha pagato, o
perché gode di buone amicizie, o perché è imparentata con qualcuno altolocato, o fa parte di una
corrente…
E concorsi di tutti i lignaggi: da quello dove si
vincono milioni, a quello dove se ti va bene ti porti a casa una mortadella!
E poi, scusate… finiamola di far vincere un concorso
perché piace la canzone!
Parecchi anni fa, in uno fatto dalle nostre parti, un
concorrente, che cantò malissimo, vinse il primo premio solo perché cercò di
interpretare “Granada”, superando di varie lunghezze altri concorrenti che, pur
cantando benissimo, non avevano eseguito un brano altrettanto altolocato!
E, purtroppo, di ste robe, nelle giurie attuali,
spesso, se ne vedono ancora…
Pier Giacomo Zauli