LE FORME MUSICALI
Per dare una spiegazione capibile (almeno lo spero) di
che cosa sia una forma musicale, farò un paragone che tutti potete capire.
Avete presente un’automobile?
Com’è fatta, in generale, un’automobile?
Dunque: ha quattro ruote, una carrozzeria, alcuni
posti per sedersi, due fanali anteriori e due posteriori, quattro frecce, i
fanalini di coda…
Bene: tutte le automobili hanno, per legge, attualmente, queste caratteristiche.
Però di auto, al mondo, ne abbiamo alcune migliaia di
tipi.
La “forma” dell’auto (ruote, fanali, carrozzeria,
posti…) è simile, almeno per numero, ma quello che le differenzia è la
lunghezza, la robustezza, il comfort, poi la forma dei cerchioni, della
carrozzeria…
Insomma, una Ferrari è molto diversa da un’utilitaria;
una grande berlina da una campagnola.
La forma, se così si può dire, rimane la stessa.
Ciò che differenzia un’auto dall’altra sono i piccoli
o grandi particolari.
Se prendiamo una forma sonata, tipica dell’epoca
classica, la sua struttura, la sua forma, appunto, è caratterizzata da due temi che, dopo
essersi presentati, si sviluppano e dialogano tra loro.
Sta al compositore rendere questa forma particolare,
personalizzata, a volte assolutamente individuale ed individuabile (senti
senti… questa sonata deve essere di Beethoven…).
Una forma sonata scritta da Mozart sarà completamente
diversa da una scritta da Haydn o da Beethoven, in quanto ciascun compositore
avrà messo qualcosa di suo (temi simili, idee contrastanti, accompagnamento in
forma di bordone, di accordo, di Basso Albertino…) ma tutti, a parte piccoli o
grandi ritocchi, per fare una forma sonata avranno sempre utilizzato due temi,
li avranno fatti dialogare fra loro e avranno fornito il loro brano di un bel
finale, lungo o corto che sia, che si chiama “coda”.
Il compositore ha costruito qualcosa che, per tornare
all’esempio iniziale, quello dell’automobile, anziché avere quattro ruote avrà
due temi, al posto della carrozzeria avrà uno sviluppo centrale e, invece dei
fanalini posteriori, avrà una coda.