SINFONIA N. 9
(scritta da
Pier Giacomo Zauli, prendendo spunto vari libri di storia della musica, tra cui
Storia della musica Edt, Enciclopedia
UTET, Storia della Musica Einaudi, Enciclopedia Garzanti, Elvidio Surian,
appunti di Gianluigi Mattietti Massimo Mila, Virginio Sala, varie biografie
beethoveniane, le sue orecchie (di Zauli), ecc.)
L’idea di
utilizzare il testo di Schiller nasce a un Beethoven ventenne, in un periodo in
cui frequenta i circoli intellettuali di Bonn. Amico della famiglia von
Breuning, conosce il poeta Eulogius Schneider, sostenitore degli ideali della
rivoluzione francese.
Frequenta
l’università di Bonn e qui conosce il testo di Schiller. Le cui opere però
vengono censurate fino al 1808.
Primi abbozzi
della IX sinfonia: 1817. Interrompe il lavoro, per riprenderlo nel 1822.
Il 7 maggio
1824 viene eseguita per la prima volta a Vienna, al teatro imperiale di Corte.
Si tratta di un
capolavoro assolutamente innovativo, rivoluzionario, che mette in crisi la
stessa forma, capace di mettere insieme, allo stesso tempo, i generi
operistico, sinfonico, sacro, profano, antico e moderno.
Innovazioni, in
primis, per la durata. Oltre 70 minuti: tre volte quella dell’Ottava e più di
due volte quella della Quinta sinfonia.
Nel primo tempo si
supera lo schema bitematico, tipico della forma sonata, verso una maggiore
libertà formale, che porta ad una elaborazione assai più complessa.
Massimo Mila rileva
nella nona sinfonia tre ideali di vita. Due
che Beethoven rifiuta: l’ideale della volontà di potenza, della
dominazione e l’ideale della beatitudine religiosa in senso convenzionale. Un
terzo ideale, che, invece, approva largamente è quello della fratellanza
universale, della solidarietà tra i popoli e tra gli uomini.
PICCOLA GUIDA ALL’ASCOLTO DEI MOVIMENTI
Nel primo movimento, circa 17
minuti (caratterizzato, in genere, da due temi contrapposti), i temi presenti
sono ben cinque, eseguiti in tre gruppi differenti. In questo movimento la
forma sonata è allargata, sconvolta nella sua precedente fissità. l’inizio in
sordina, come dal nulla, e il crescendo che porta all’impetuoso primo tema,
esaltato dalla ritmica del timpano, insieme agli archi ed alle trombe
caratterizza questo movimento. Incalzante il susseguirsi degli altri tre temi.
Il tema iniziale viene ripreso, dopo l’esposizione degli altri temi, e gli
succedono altri episodi e sviluppi, con arditi intrecci tematici e fugati che
fanno sempre riferimento al materiale precedente. Una terza volta il tema
iniziale viene ripreso, ma la sua apparizione è alquanto diversa. Alla sommessa
esposizione delle prime due volte, quella della terza è imponente, dinamicamente esplosiva. Sorprendente la
conclusione, costituita da una marcia tragica, iniziata quasi in sordina e
portata all’estrema sonorità nel finale secco, irruente.. E’ l’inizio di un
lungo viaggio del quale si può intuire il grandioso epilogo.
http://www.youtube.com/watch?v=k6fpgjMUiEU
Il secondo movimento, circa 13 minuti, generalmente costituito
da un tempo lento, nelle mani di Beethoven si trasforma in uno “Scherzo”, assai
veloce, ma contrapposto al primo in quanto ad espressività. Il tema è generato
da una figura ritmica costituita da tre note, la sua forza è trascinante. Il
fare ricorso poi a un fugato, costituito dalla esposizione e rielaborazione del
tema principale, in cui le riprese sono evidenziate da un diverso colore
timbrico, porta ad una organizzazione del discorso musicale complessa ed
accattivante per l’ascoltatore. Da notare la timbrica, che fa ricorso alle più
svariate sfumature: dal timpano, quasi onnipresente, ad archi, ottoni, legni,
miscelati nelle più svariate formazioni ed anche con le più inaspettate
interazioni, tipiche comunque di questo Autore che le ha utilizzate
abbondantemente anche in altre sinfonie, particolarmente nella sesta. La
seconda parte del secondo movimento è costituita da un intreccio di felici
soluzioni tematiche e timbriche, esaltate dai timbri di vari strumenti solisti
che si alternano, quasi a creare un dialogo tra solisti ed orchestra. E’ una
parte felice, leggiadra, che contrasta con la prima, più ritmica, drammatica.
La ripresa del tema iniziale si ripropone nella terza parte, praticamente
identica alla prima, e, dopo varie “esitazioni” si conclude con una coda
tipicamente beethoveniana: corta, secca, che non lascia adito a dubbi e
interpretazioni.
http://www.youtube.com/watch?v=rz5pko_FfC8
Il terzo movimento (circa 17 minuti): “Adagio molto e cantabile” è un tempo lirico,
sviluppato con due temi molto espressivi, e contrasta ampiamente con i due
movimenti precedenti. L’inizio è caratterizzato da un brevissimo dialogo tra
tre strumenti gravi dell’orchestra, poi irrompono gli archi più acuti, che
delineano il primo tema, lirico e struggente. Questo movimento è contemplativo,
e porta nell’ascoltatore pace, serenità interiore. I due temi che lo
costituiscono sono nelle tonalità di Sib (Adagio molto e cantabile) e Re Maggiore (Andante moderato). Il secondo
tema, iniziato dagli archi, è lirico, estremamente espressivo ed elegiaco. La
coda è ampia, e termina con dolcezza. L’atmosfera di questo tempo è esaltata
dal dialogo e dall’intreccio dei legni e degli archi, movimentato solo
dall’apparizione assai fugace, in più punti, con funzione più che altro
ritmica, delle trombe nell’ultima parte.
http://www.youtube.com/watch?v=iu-bfeZOY1w
Il quarto movimento (circa 25 minuti), “Presto”, è un vero e
proprio “atto rivoluzionario” che toglie di mezzo tutte le convenzioni del
passato. L’inizio è irruente, con un grande pieno orchestrale, sottolineato dai
timpani. L’inizio viene rafforzato dalla sua ripetizione, ma, in questa, appaiono,
in nuce, altri temi, appena accennati e abbandonati. Dopo un primo accenno ai
temi esposti in precedenza, costituito da armonie dissonanti, nel “Presto”, il
tema della gioia irrompe, solenne, attraverso un fugato in cui gli strumenti
dapprima eseguono una esposizione in “crescendo di altezza” (dai contrabbassi
ai violini) poi con tutta la forza di un’intera orchestra, che riporta alla
dissonanza iniziale (con un significato di confusione? Di idee del passato? Di
una realtà politica da abbattere?) I temi vengono proposti e lasciati, come
rifiutati. Il basso irrompe, solenne, a cappella, dopo un grandioso pieno
orchestrale. Cita una frase davvero rivoluzionaria, un invito a cambiare, a
rompere con le ideologie del passato. Entra come a staccare di netto una prima
parte solo orchestrale da una seconda prevalentemente vocale, con un organico
formato da un grande coro e da quattro solisti.
Nel quarto
movimento si possono individuare quattro episodi distinti: l’elaborazione del
tema della gioia, la trasformazione dello stesso in passo di marcia, un nuovo
tema, ampio ed imponente e una doppia fuga, di ispirazione haendeliana,
costituita dall’intreccio del tema della gioia con il terzo episodio, e che è
costituito da una doppia fuga.
Agli strumenti
viene chiesto non di suonare, ma di recitare. Lo stesso Beethoven, in uno dei
“Quaderni di conversazione” scriverà: “In caso di necessità (nella partitura)
ci metterò sotto delle parole, affinché imparino a cantare!).
Curiosa la “genesi”
del motivo dell’ ”Inno alla Gioia”. Si trattava di un frammento su cui
Beethoven rimuginava da una trentina d’anni, e che non era ancora riuscito a
inserire da nessuna parte.
Il testo di
Schiller viene in parte tagliato e trasformato in alcune frasi, forse troppo
“moderne” per poter essere messe in luce, viene “ripulito” da troppe frasi
inneggianti all’ebbrezza prodotta dal
vino, ma inneggia comunque alla libertà. Nel testo c’è la ricerca della
fratellanza, dell’amicizia, dell’amore tra i popoli, con qualche accenno a Dio
(“sopra la volta stellata deve abitare un Caro Padre”), il premio per i giusti.
Un passaggio dalle tenebre alla luce. Ci sono, nella parte letteraria,
ideologie illuministiche e rivoluzionarie (vedi il testo sottostante).
http://www.youtube.com/watch?v=a5oRDitf0Kc
L’idea di aggiungere un coro a una sinfonia risale al 1807.
L’idea di sfruttare il testo di Schiller risale invece al 1789, anno in cui abbozza il testo sotto forma di lied. Il testo di Schiller fu scritto nel 1785.
Gioia = percorso verso la liberazione dal male, dall’odio, della cattiveria. Idee illuministiche e rivoluzionarie.
Versione originale tedesca O Freunde, nicht diese Töne! Sondern laßt uns angenehmere anstimmen und freudenvollere. Freude! Freude! Freude, schöner Götterfunken Tochter aus Elysium, Wir betreten feuertrunken, Himmlische, dein Heiligtum! Deine Zauber binden wieder Was die Mode streng geteilt; Alle Menschen werden Brüder,[1] Wo dein sanfter Flügel weilt. Wem der große Wurf gelungen, Eines Freundes Freund zu sein; Wer ein holdes Weib errungen, Mische seinen Jubel ein! Ja, wer auch nur eine Seele Sein nennt auf dem Erdenrund! Und wer's nie gekonnt, der stehle Weinend sich aus diesem Bund! Freude trinken alle Wesen An den Brüsten der Natur; Alle Guten, alle Bösen Folgen ihrer Rosenspur. Küsse gab sie uns und Reben, Einen Freund, geprüft im Tod; Wollust ward dem Wurm gegeben, Und der Cherub steht vor Gott. Froh, wie seine Sonnen fliegen Durch des Himmels prächt'gen Plan, Laufet, Brüder, eure Bahn, Freudig, wie ein Held zum Siegen. Seid umschlungen, Millionen! Diesen Kuß der ganzen Welt! Brüder, über'm Sternenzelt Muß ein lieber Vater wohnen. Ihr stürzt nieder, Millionen? Ahnest du den Schöpfer, Welt? Such' ihn über'm Sternenzelt! Über Sternen muß er wohnen. | Testo tradotto in italiano O amici, non questi suoni! ma intoniamone altri più piacevoli, e più gioiosi. Gioia! Gioia! Gioia, bella scintilla divina, figlia dell'Elisio, noi entriamo ebbri e frementi, celeste, nel tuo tempio. Il tuo fascino riunisce ciò che la moda separò ogni uomo s'affratella dove la tua ala soave freme. L'uomo a cui la sorte benevola, concesse il dono di un amico, chi ha ottenuto una donna leggiadra, unisca il suo giubilo al nostro! Sì, - chi anche una sola anima possa dir sua nel mondo! Chi invece non c'è riuscito, lasci piangente e furtivo questa compagnia! Gioia bevono tutti i viventi dai seni della natura; vanno i buoni e i malvagi sul sentiero suo di rose! Baci ci ha dato e uva, un amico, provato fino alla morte! La voluttà fu concessa al verme, e il cherubino sta davanti a Dio! Lieti, come i suoi astri volano attraverso la volta splendida del cielo, percorrete, fratelli, la vostra strada, gioiosi, come un eroe verso la vittoria. Abbracciatevi, moltitudini! Questo bacio vada al mondo intero! Fratelli, sopra il cielo stellato deve abitare un padre affettuoso. Vi inginocchiate, moltitudini? Intuisci il tuo creatore, mondo? Cercalo sopra il cielo stellato! Sopra le stelle deve abitare! |