Faenza, 17
novembre 2013 presso il Teatro Masini
E dopo le
prove, svoltesi sabato 15 in un teatro gremito dei bimbi della Don Milani, di
una classe dell’Europa e di alcuni accompagnatori (vedi l’articolo su questo
sito) , ecco che l’opera si è svolta, in forma ufficiale, domenica 17 novembre,
presso un Teatro pieno come un uovo fresco di giornata.
Tanta gente
più che soddisfatta di questo ritorno all’opera che, da oltre un lustro, è
tornato a invadere la nostra città, riportandole una tradizione di cui si
sentiva da molto tempo la mancanza.
Mancanza
dovuta, forse, al “capitolo spese” che, nell’opera, è davvero consistente, ma
che è stato risolto, davvero degnamente, da un manipolo di competenti appassionati
che fanno capo all’Associazione Pia Tassinari e che rispondono ai nomi di
Teresio Savini e di Monica Ferrini, oltre che al contributo di alcuni alunni e
del coro della Scuola di Musica di Faenza e di vari operatori del settore.
Operatori
che hanno riportato, a Faenza, l’antico spettacolo che ha reso famosa l’Italia
e, in questo caso, una delle opere più celebri di Verdi.
Che hanno
riportato nel nostro teatro Masini il gusto di fare un’opera per intero, con
scene, costumi, cori, coreografie, e non si sono limitati all’”opera concerto”,
che tanto va da moda da tanto tempo.
Impresa
ardua, rischiosa, senza dubbio dispendiosa, ma che è stata premiata da un
risultato d’eccellenza.
Eccellenza
data da una Monica Ferrini sempre all’altezza della situazione, che ha condotto
pianisticamente la piccola orchestra (14 elementi), il coro (e che coro,
ragazzi!) e accompagnato i cantanti, a sua volta co - diretta da Maurizio
Scarfeo, direttore che si è reso indispensabile per amalgamare il tutto.
Eccellenza
data dalle belle prove che i cantanti hanno prodotto, da Valeria Canzi,
giovanissima protagonista, a Paolo Lardizzone (Alfredo) e Giorgio Valerio
(Giorgio Germont), vocalmente sempre all’altezza della situazione e da tutto il
contorno di preparatissimi comprimari.
Ottima anche
l’interpretazione coreografica, realizzata dal gruppo di ballerine classiche
dell’ensemble delle Fronde di Castel Bolognese, che hanno reso in modo
piacevolissimo la danza delle zingarelle, che introduceva la terza apertura di
sipario.
Applausi
scroscianti e manifestazioni di grande apprezzamento hanno concluso questo indimenticabile
pomeriggio musicale.
Al di là
dello spettacolo, vorrei esprimere le mie più sincere congratulazioni a coloro
che si sono prodotti par farlo, e per cercare di renderlo il più fruibile possibile.
Mi
riferisco, in particolare, a Teresio Savini, il quale, per due mesi almeno, è
andato a divulgare l’opera tra i bambini delle scuole elementari della “Don Milani”
di Faenza, creando un vero e proprio laboratorio, con il quale è riuscito a
portare oltre 400 piccoli studenti alla prova generale di sabato.
Sono rimasto
sorpreso dall’attenzione e dalla passione che questi giovanissimi hanno
dimostrato per l’opera. Per tre ore non si è sentito un rumore, un brusio. C’era
solo attenzione.
Ciò
significa che, se i giovani vengono motivati, preparati, e non vengono portati
a uno spettacolo “alla brutta”, riescono ad apprezzarlo, a seguirlo, anche se è
stato composto più di cent’anni fa.
Riescono ad
apprezzarlo perché è ancora uno spettacolo vivo, assolutamente vivo, ed è reso
dal vivo, proprio come deve essere fatto.
Personalmente,
penso non sia importante se questi ragazzi, un giorno, torneranno a vedere l’opera,
si appassioneranno, oppure se preferiranno, ad essa, il complesso rock, la
canzonetta, il musical…
Ciò che
davvero importa è che l’abbiano vista com’è realmente, abbiamo apprezzato il
modo di farla, abbiamo annusato l’aria del teatro, che è il solo, vero luogo in
cui questo spettacolo, che rappresenta l’Italia in tutto il mondo, possa
renderla magica, attraente, avvincente.
Pier Giacomo
Zauli