Faenza, 4 marzo 2012
Siamo nel 2012?..... Reduce dalla visione di un film, bello ma non del tutto entusiasmante, diretto da Roberto Faenza (“Un giorno questo dolore ti sarà utile”), visto non più tardi di ieri sera, reduce da una sequenza del film, in cui il rimorso di un amico permane per molta parte dell’intera pellicola per il non rispetto alle idee personali altrui, rimarcato dalla giusta accusa di una moltitudine di altre persone vicine al protagonista della vicenda, stasera mi ritrovo, sul Web, a leggere opinioni davvero sorprendenti sulla omosessualità di Lucio Dalla! E mi dico: ma come, come è possibile, nel 2012, che si possa ancora colpevolizzare un uomo per ciò che riguarda la sua personale esperienza, il suo io, i suoi gusti, che, per quanto possano sembrare discutibili alle masse, non lo sono per lui. Un uomo che ha realizzato una vita strameravigliosa, che ha comunicato ad altri emozioni, sensazioni, condivise da milioni di persone, e che ha realizzato un suo sogno, una sua tendenza, in modo tanto discreto da non farsi accorgere quasi da nessuno, e che, pur tutti sapendolo, tutti hanno ignorato. E che ha ignorato, pur sapendolo, perfino la Chiesa che, almeno per una volta, ha dimostrato di essere più moderna e attuale di ciò che ci si potesse aspettare! Dalla e la sua omosessualità: discreta, rispettabile, trascurabile, che lo completava come meglio lui credeva. E che importanza può avere, a confronto di tutto il resto? E’ come mettere su una vecchia bilancia un grammo da una parte e una tonnellata dall’altra! Discretezza e riservatezza: il pregio di una persona che ha saputo conservare per sé, e per il suo compagno, le cose non condivisibili dalla moltitudine degli altri; un uomo che ha saputo palesare la sua voglia di vivere e di cantare a tanti milioni di altri! Un modo non indifferente di pensare a se stesso e al prossimo, che non ha mai cessato di inondarlo di affetto.
Pier Giacomo Zauli
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