Faenza, 23 maggio 2010
Per seppellire in chiesa Mikołaj Kopernik, cioè Niccolò Copernico, per dirla in traduzione barbaramente, ma familiarmente italiana (1473 – 1543) ci sono voluti ben 467 anni: il suo feretro, o quel che ne resta, forse un po’ di polvere di ossa, è stato trasportato ieri, od oggi, non so bene (non ho ascoltato con attenzione le notizie del telegiornale, in quanto impegnato nella fattura di una deliziosa frittata di cipolle), in una chiesa, dopo 500 anni di “esilio”… con tante scuse da parte del Clero (meglio dire clero).
Speriamo ci vogliano pochi giorni perché qualcuno si accorga di aver eliminato dalla faccia della didattica e della formazione degli alunni ben due entità che ho sempre considerato di eccellenza nella nostra scuola italiana (pardon, nella provincia ravennate della Scuola Italiana).
La prima, il tempo pieno, cancellato (almeno pare, ma le parvenze spesso sono le più che tangibili realtà), che aveva dato un servizio sociale preziosissimo alle famiglie, il più delle volte irrinunciabile, e l’altra l’Indirizzo Musicale della Scuola Dionigi Strocchi di Faenza.
Tra l’altro (per quest’ultima), dopo un concerto strabiliante, eseguito esattamente 13 giorni orsono (il 10 maggio), al Teatro Masini, dove la superba dimostrazione di oltre un centinaio di splendidi giovanissimi musicisti aveva messo in campo doti tali da far strappare l’applauso... scusate, l'urlo! anche ai più perfezionisti ascoltatori presenti (erano presenti, per la cronaca, Ispettori, Presidi, Direttori di Coro a livello Internazionale, musicisti di tutte le fatte, tra cui il sottoscritto, il meno quotato, che non vedeva più questo ensemble da almeno cinque anni…, oltre a una moltitudine di persone che gremiva letteralmente l’edificio tardo settecentesco del Masini… ), un concerto che aveva dimostrato che solo con la continuità e la volontà di insegnanti e alunni, spesso in modo totalmente disinteressato, insomma, per spiegarci, donando decine, ma più spesso, centinaia di ore gratis, si poteva arrivare a tali vette… CINQUE GIORNI DOPO… la doccia fredda, proprio a -273,15 gradi centigradi, a polverizzare (almeno per ora) tutto ciò che insegnanti più che validi, più che missionari, avevano fatto in cinque lustri di splendida storia, insieme ai loro alunni.
Speriamo non ci voglia altrettanto tempo (poco meno di cinquecento anni) per tornare a più miti consigli, ma che, ispirati dalle più ampie vedute, Provveditori, Ministri, Potenti di tutta la Terra si diano da fare per tornare alle loro decisioni e di dare a Cesare quel che è di Cesare: ridare cioè agli Alunni che lo hanno volontariamente scelto l’opportunità di fare musica, grazie ad una Scuola di Stato che sa vedere cosa funziona, e cosa no. Che sa guardare con lungimiranza a ciò che può servire realmente ai giovani, per distoglierli da cattive abitudini e portarli a cercare ciò che si chiama cultura, civiltà, padronanza, accettazione e “valorizzazione dei veri valori”.
(PS: Con un risparmio, a breve e medio termine, anche di ingentissime somme di denaro).
Pier Giacomo Zauli
(Coordinatore e Insegnante di Educazione Musicale e Solfeggio dell’Indirizzo Musicale dal 1985 al 1999 ed insegnante di Musica).