LIRICA POPOLARE A FAENZA
Faenza, 17 novembre 2024, Associazione Lirica Manfreda, presso il Teatro dei Filodrammatici
Per evitare fraintendimenti sul titolo, vorrei dire cosa intendo, in questo caso, per “popolare”.
Nell’accezione del termine, intendo lirica aperta a tutti, in un ambiente dedicato al popolo, fatta da gente che ha posto la musica non come professione, ma come pura passione.
Lirica come l’ho vissuta io, tanti lustri fa, quando a capo di una Faenza Lirica c’era il Maestro Ino Savini, e, accanto a lui, una marea di persone che partecipavano, come coro, come comprimari, come critici (si pensi a Battaglia), come spettatori a questo divulgatissimo spettacolo che non si faceva solo, come ora, nei grandi teatri, ma che veniva interpretato in tutte le città, anche le più piccole, che tenevano il loro teatrino come un gioiello, e vi facevano, nelle varie stagioni, melodrammi, coinvolgendo tutta la popolazione.
Cosa che, negli ultimi anni, sta miracolosamente avvenendo a Faenza, città dove l’opera era stata dimenticata da molti anni, grazie alla caparbietà di una pianista, Monica Ferrini, che, con tanta volontà, è riuscita a coinvolgere un manipolo di persone che, forse conoscendo la lirica solo marginalmente, hanno fatto di questo genere musicale il loro passatempo preferito.
E lo ha fatto, in poco più di un decennio, portando in scena opere, recital, concerti, sempre minuziosamente preparati per realizzare quello che è il mondo dell’opera.
Venendo alla serata, Monica ha presentato brevemente e preziosamente ogni pezzo eseguito, rendendolo capibile anche ai meno preparati al melodramma.
Pezzi che hanno celebrato il centenario della morte di Giacomo Puccini, tratti da Madame Buttrfly, Boheme, Gianni schicchi, Turandot e La Rondine.
Brani che hanno ben messo in luce le voci di bravi interpreti, che, insieme a un agguerrito coro, hanno cantato non come recital, ma con vere e proprie scene e costumi: Elena Biavati, delicata ed espressiva nei vari contesti in cui ha cantato, Fabiano Naldini, dalla voce fluida e potente, Cosimo Gregucci e Ana Caraman, debuttante soprano che, a causa dell’assenza, per una malattia, di Giulia Neri, l’ha sostituita, preparandosi sorprendentemente, in soli quattro giorni, all’esecuzione di, oltre a “O mio babbino caro”, unica aria che doveva cantare, di personaggi come Turandot e Magda nel non facile quartetto de “La Rondine”.
Il Concerto è stato completato dalla partecipazione del coro femminile “Note in Crescendo”, diretto da Fabrizio Pecci, che, devo proprio dire, mi ha letteralmente stupito per il perfetto insieme e per l’incredibile sonorità, impeccabile precisione intonativa ed espressività con la quale ha eseguito un difficile repertorio sia accompagnato al pianoforte da Fabrizio di Muro, sia a cappella.
La sala, “sold out”, ha espresso tutto il suo compiacimento con bordate di entusiastici applausi, a coronamento di un evento che dovrà essere ripetuto il più possibile!!!
Pier Giacomo Zauli